Vi racconto questa storia di cui sono orgogliosissima, sì perchè dopo quindici anni che la mia materia si affaccia alle scienze umane e la mia creatività ruota attorno a qualcosa, giunge il momento di scriverlo e raccontarlo agli altri. C’è un grande motore nel mio disegnare, c’è un grande perchè nel mio amare l’interior design, soprattutto il chilcare design: l’uomo. L’essere umano non solo ‘dentro’ ai luoghi, ma proprio al centro di ciò che viene progettato, lui con la sua giocosità, creatività, felicità, le tristezze, le gioie e le fatiche che ogni giorno lo accompagnano e il suo bisogno di sentirsi in un ambiente naturale, che non è il bosco o la savana, ma per noi è la caverna, cioè il rifugio ed infine la casa.
Non ci sono università o corsi che mi hanno portato a questa deduzione, ma un’ unica e grande maestra: la letteratura, sì, perchè quando progetta lei, mette al centro le emozioni dell’uomo e poi vi descrive un mondo attorno. Per essere sempre stata immersa in queste realtà fantastiche devo ringraziare la mia amica di sempre, Katia El Mogi, coinquilina dai tempi dell’università, ora esperta di letteratura inglese che ora scrive su Thesleepyhamlet. Ecco da qui abbiamo deciso di tornare alle origini, riscoprire le nostre serate tra dramma e design e di cercare per voi e raccontare a due voci spazi speciali nella rubrica del giovedì. Seguiteci…